Produzione TeatriAlchemici - Assessorato all’Identità Siciliana - Museo Riso di Arte Contemporanea
Prima rappresentazione 30 Settembre 2022, Museo Riso di Arte Contemporanea Palermo
Cantazione per Danilo Dolci
di e con Luigi di Gangi e Ugo Giacomazzi
foto Gibellina
Il pubblico viene coinvolto sin dal foyer in un incontro che mira all’importanza di un’esperienza circolare e condivisa: mettersi a nudo, avere un obiettivo comune, essere qui e ora, diventano condizioni essenziali per iniziare, come avrebbe detto Danilo, un viaggio poetico all’incontrario. Parola che pone l’accento sull’importanza di avere punti di vista originali, di affrontare la vita con una visione poetica che solo l’amore verso l’Utopia ci può dare.
Due attori in scena in uno spazio vuoto dove brilla un cerchio di luce, la Luna…forse. Una volta oltrepassato lo spazio scenico si può essere tutto ed essere ovunque. Una candela al centro, unico elemento di scena, ci indica simbolicamente il letto di una baracca di Cortile Cascino, un quartiere malfamato di Palermo, in cui Danilo appena giunto al Sud, a soli 28 anni, ha cominciato il suo primo sciopero della fame per un bambino lasciato morire di fame da uno Stato assente. In questo cerchio/limone di luce lunare appaiono così alcuni dei personaggi che hanno avuto a che fare direttamente o di riflesso con Danilo: la povera gente, i pescatori, i contadini ma anche una certa élite politica e intellettuale: Sciascia, Montanelli, Fellini, Ruffini, Bernardo Mattarella…
Gli attori recitano lasciando però un notevole contributo all’improvvisazione ricercando nell’atto teatrale lo stato interiore dei cerchi maieutici originari che Dolci organizzava a Spine Sante, il quartiere più povero di Trappeto, dove aveva deciso di trasferirsi dal Nord, in un viaggio, appunto all’incontrario.
Il Teatro e i suoi giochi, le entrate e le uscite dai personaggi senza soluzione di continuità, il girare attorno a una storia di cui ormai si confondono inizio, svolgimento e fine ci immerge nell’esperienza circolare di cui sopra mischiando la malinconia di un poeta dimenticato, l’ironia e la saggezza delle parole dei poveri cristi, il disprezzo di una classe dirigente e/o intellettuale, l’amore e il rispetto di una parte di essa, la gioia di ritrovare speranze abbandonate…per ritrovarci di fronte ad un piccolo seme così incredibilmente simile a un astro dell’universo. L’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande si toccano restituendoci i versi che più riassumono la poetica di un grande uomo:
Se l’occhio non si esercita non vede
Se la pelle non tocca non sa
Se l’uomo non immagina si spegne
ENGLISH VERSION
The audience is involved from the foyer in a meeting that aims at the importance of a circular and shared experience: laying yourself bare, having a common goal, being here and now, become essential conditions to begin, as Danilo would have said, a poetic journey in reverse. A word that emphasizes the importance of having original points of view, of facing life with a poetic vision that only love for Utopia can give us.
Two actors on stage in an empty space where a circle of light shines, the Moon… perhaps. Once you have crossed the stage space you can be everything and be everywhere. A candle in the center, the only element of the scene, symbolically indicates the bed of a shack in Cortile Cascino, a seedy neighborhood of Palermo, where Danilo, just arrived in the South, at only 28 years old, began his first hunger strike for a child left to starve to death by an absent State. In this circle/lemon of moonlight appear some of the characters who had to do directly or indirectly with Danilo: the poor people, the fishermen, the farmers but also a certain political and intellectual elite: Sciascia, Montanelli, Fellini, Ruffini, Bernardo Mattarella…
The actors act leaving however a notable contribution to the improvisation searching in the theatrical act the interior state of the original maieutic circles that Dolci organized in Spine Sante, the poorest neighborhood of Trappeto, where he had decided to move from the North, on a journey, precisely in reverse.
The Theater and its games, the characters’ seamless entrances and exits, the circling around a story whose beginning, development and end are now confused, immerses us in the circular experience mentioned above, mixing the melancholy of a forgotten poet, the irony and wisdom of the words of the poor Christians, the contempt of a ruling and/or intellectual class, the love and respect of a part of it, the joy of rediscovering abandoned hopes… to find ourselves in front of a small seed so incredibly similar to a star in the universe. The infinitely small and the infinitely large touch each other, giving us the verses that best summarize the poetics of a great man:
If the eye is not trained it does not see
If the skin does not touch it does not know
If man does not imagine he fades away