IL GRAPPOLO

Produzione TeatriAlchemici
Prima rappresentazione (Studio): Teatro Nuovo Montevergini, Palermo, 29 dicembre 2011

 

TESTO Luigi Di Gangi, Julio Garcia Clavijo e Ugo Giacomazzi

REGIA Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi

CON Luigi Di Gangi, Ugo Giacomazzi, Filippo Luna, Antonio Puccia, Giuseppe Sangiorgi, Massimo Vinti

COSTUMI Daniela Cernigliaro

SCENE TeatriAlchemici

LUCI Luigi Biondi
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Il Grappolo

Dove ci sono 5 donne c’è un gruppo Dove ci sono 5 anici c’è un grappolo A volte le due cose coincidono

MANIFESTO DEL GRAPPOLO Il Grappolo è macchina perfetta, gestisce se stesso e di null’altro ha bisogno. Qui tutto è sempre sotto controllo: l’armonia e la felicità, il dolore e la speranza. Tutto è perfetto nella totale adesione alla regola, non puoi sperare in nulla di meglio dell’appartenenza alla regola. Non provare ad uscire perché fuori il mondo è cattivo, lascia che gli altri vengano a noi e troveranno un mondo perfetto. Qui sei libera, soltanto qui sei veramente felice, solo qui diventerai santa. Non tradire chi ha fede in te se non vuoi sperimentare la Colpa. Se rimaniamo unite di nessuna sarà la colpa poiché di tutte è la colpa.

Parola del Grappolo Luogo: Parrocchia di San Martino Tempo: Presente Circostanza: Routine quotidiana nell’atto di essere spezzata

Il Grappolo è il nome della congregazione laica costituita dalle cinque donne a cui la curia ha dato il sacro compito di custodire il pezzo del Manto che secondo la sua agiografia San Martino donò al Povero. La storia si dipana nell’arco di un anno solare e al principio vediamo Ada, Ines, Wanna, Stella e Lia intente a risistemare tutto dopo la processione in cui, come ogni 20 marzo, si è celebrato il ricongiungimento del Sacro Manto là dove San Martino lo divise. La parte del Manto rimasta al Santo è infatti custodita in un pesino limitrofo dalla congregazione della Spiga, un altro gruppo di donne di cui le nostre sono, malgrado l’apparenza pacifica, feroci rivali. Inavvertitamente, il giorno di primavera, una di loro, mentre è intenta a stirare il Manto prima di riporlo pulito fino all’anno prossimo, lo rovina bruciandolo per distrazione e nascondendone per di più al gruppo l’accaduto. Le donne ignare di tutto sono adesso intente a raggiungere un solo obiettivo: vincere la Coppa Magna alle Olimpiadi della Carità Cristiana, la cui prova quest’anno prevede che ciascuna congregazione partecipante si prenda cura di un bambino africano “senza Dio” per trasformarlo in perfetto cristiano. Mentre il Manto giace rovinato per sempre nella teca le donne si affannano a dare al bambino quell’educazione cristiana che servirà a farle arrivare al loro scopo, mentre giorno dopo giorno le dinamiche del gruppo stesso, anche le più consolidate, subiscono lievi smottamenti e violente scosse. Chi riuscirà a salvarsi dal terremoto?

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