PAGLIACCI

Una coproduzione Maggio Musicale Fiorentino e Teatro Carlo Felice di Genova
Prima rappresentazione: 24/05/2019 Teatro Carlo Felice, Genova

 

MAGGIO MUSICALE FIORENTINO – FIRENZE

MAESTRO CONCERTATORE E DIRETTORE Valerio Galli 

REGIA Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi

SCENE Federica Parolini

COSTUMI Agnese Rabatti

LUCI Luigi Biondi

INTERPRETI 

Nedda Valeria Sepe
Canio Angelo Villari
Tonio Devid Cecconi
Peppe Matteo Mezzaro
Silvio Leon Kim

ORCHESTRACORO E CORO DELLE VOCI BIANCHE del Maggio Musicale Fiorentino

MAESTRO DEL CORO Lorenzo Fratini


TEATRO CARLO FELICE – GENOVA

DIRETTORE Paolo Arrivabeni / Giuseppe Finzi

ORCHESTRACORO E CORO DELLE VOCI BIANCHE del Teatro Carlo Felice

MAESTRO DEL CORO Francesco Aliberti

MAESTRO DEL CORO DI VOCI BIANCHE Gino Tanasini

Nedda Donata D’Annunzio Lombardi/Angela Nisi
Canio Diego Torre/Rubewns Pelizzari
Tonio Carlos Álvarez/Sergio Bologna
Peppe Matteo Roma/Manuel Pierattelli
Silvio Francesco Verna/Ernesto Petti

Note di regia
Il teatro greco rievocato che ospita la nostra Cavalleria Rusticana si evolve per Pagliacci in un contesto più contemporaneo. Leoncavallo assorbe, infatti, l’insegnamento lasciato da Shakespeare e anticipa in maniera sconcertante la complessità del metateatro di Pirandello dando alla tragicità un assetto quasi neorealista. Rispetto a Cavalleria sentiamo l’esigenza adesso di un sipario. Una tela di ombre che crolla sottolinea la caduta della quarta parete e ci dice che spettatore e attore sono uniti nelle due facce dello stesso destino: vivere e rappresentare la vita. L’omaggio è all’attore puro, al suo corpo, alla sua voce/anima, e noi che nasciamo attori del teatro povero prima che registi non potevamo che rendere onore a una professione oltraggiata e vilipesa dalla modernità, svilita e insultata da una visione orgiastica e narcisistica aberrante. L’attore per noi prima che PseudoPornoTeleDivo è soprattutto ancora un tramite tra la vita e la morte e quindi un martire, una chiave per entrare in contatto con la propria anima e per questo va idolatrato e portato in scena come un santo, voluto bene e rispettato, sia che si lavori con cantanti d’opera internazionali che con attori ragazzi down come facciamo da anni a Palermo. Lo spettacolo sarà quello che sarà, piacerà o meno, è ovviamente pregno delle nostre idee e delle nostre personalità, ma più che registi che esibiscono la propria masturbazione intellettuale, qui più che in qualsiasi altra operazione, vogliamo mettere a frutto il metodo che ci ha portato ad  amare questa professione ed essere genuini stimolatori di alchimie tra esseri umani. Nelle nostre prove mimi e cantanti, attori bambini e tecnici, gruppo creativo, maestranze del teatro e direttori d’orchestra sono tutti ingredienti fondamentali per riconoscersi fortunati “pagliacci” e raggiungere insieme lo stesso scopo: vivere d’arte, vivere d’amore.

ENG
The Greek theatre which we recreated for Cavalleria Rusticana evolves into a more contemporary setting for Pagliacci. Leoncavallo has learnt what Shakespeare taught us and – in a disconcerting way anticipating Pirandello’s metatheatre – lends an almost neorealistic touch to tragedy. Now, compared to Cavalleria we feel the need for a curtain. A curtain of shadows coming down underlines the fourth wall and indicates that spectators and actors are united by two sides of the same destiny: living life as well as representing it. Homage is paid to the pure actor, his or her body, voice and soul and we, who are actors of poor theatre before being directors, can only honour a profession which is slandered and vilified by modernity, insulted and depreciated by an abhorrent orgiastic and narcissistic way of looking at things. The actor, before being a PseudoPornTeleStar, above all provides a path between life and death and is thus a martyr, a key for putting us in touch with our soul. The actor, then, should be idolised, brought on stage as a saint, loved and respected whether he or she works with international opera singers or with Down syndrome kids as we have been doing for years in Palermo.  The performance will be what it will, a success or a failure but it portrays our own ideas and personality. As opposed to directors who display their masturbating skills, we – here more than anywhere else – want to make use of that method which has enabled us to love this profession and ends up really creating alchemy between human beings. In our rehearsals, mimics and singers, child actors and technicians, the creative pool, skilled theatre professionals and conductors of the orchestra are all necessary to show that we are indeed fortunate “pagliacci” and that together we can reach the same goal, making a life out of art and a life out of love.

Foto

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