Di Gaetano Donizetti – libretto di Jacopo Ferretti
Una produzione Fondazione Donizetti Bergamo
Prima rappresentazione 28/10/2016 Teatro Sociale, Bergamo
DIRETTORE Federico Maria Sardelli
REGIA Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi
SCENE E COSTUMI Sara Sarzi Sartori, Daniela Bertuzzi e Arianna Delgado
LUCI Luigi Biondi
ASSISTENTE ALLA REGIA Simona Stranci
ASSISTENTE SCENE E COSTUMI Michela Andreis
INTERPRETI
Olivo Bruno Taddia
Pasquale Filippo Morace
Isabella Laura Giordano
Camillo Pietro Adaìni
Le Bross Matteo Macchioni
Columella Edoardo Milletti
Matilde Silvia Beltrami
Diego Giovanni Romeo
CORO Donizetti
MAESTRO DEL CORO Fabio Tartari
ORCHESTRA Accademia Teatro alla Scala
REVISIONE SUI MATERIALI COEVI Maria Chiara Bertieri
UN METODO DI LAVORO ALCHEMICO
Fare teatro, sia da attori sia da registi, da sempre per noi equivale a partire da un foglio bianco per realizzare un collage paziente che si stratifica di giorno in giorno. Da anni Luigi Di Gangi, uno di noi due registi, nei suoi quadri incolla migliaia di frammenti cartacei che come in un caleidoscopio moltiplicano il mondo di significati, la carta all’inizio piatta diventa un territorio tridimensionale in cui addentrarsi all’infinito.
Ascoltando “Olivo e Pasquale” si ha la medesima sensazione: Donizetti parte da una precedente versione romana dell’opera e per arrivare a questa napoletana aggiunge, scambia, taglia e incolla interi pezzi, rielabora testo e note per far navigare lo spettatore in un collage sonoro che rispecchia nella forma e nella sostanza il lavoro di Luigi come artista visivo e il nostro modo di intendere il teatro.
Usare il “collage” è un’intuizione che da subito traccia la strada da percorrere: in tutto, nelle scene e nei costumi, nella regia e nella musica deve essere chiara l’idea di un’opera che si crea strato dopo strato.
Ed è così per forza di cose perché è il progetto stesso ad avvicinare multiple e interessanti realtà: con una classe di scenografia dell’Accademia di belle arti Santa Giulia di Brescia in un percorso a tappe elaboriamo scene e costumi che verranno in parte realizzati dai ragazzi del Patronato San Vincenzo e dell’Istituto “Caterina Caniana” di Bergamo. Un percorso creativo didattico in cui forze giovani contribuiscono con idee, contenuti e soluzioni alla realizzazione della nostra opera.
Per mesi abbiamo selezionato, stampato, ritagliato, incollato, rimpicciolito, ingrandito, stratificato immagini, passando dal micro-cosmo di un modellino al macro-mondo delle scene vere e proprie. Stare alle prove, viversele davvero, è come frequentare un consorzio di più botteghe artigiane riunite in un unico luogo in cui convivono la sapienza del maestro e l’umiltà instancabile dell’allievo, dove i problemi sono impreziositi dalle soluzioni e gli errori rappresentano le fondamenta dei rimedi trovati. Il negozio di coloniali dei due fratelli O&P è rappresentato così da un teatro di carta barocco in cui riconosciamo centinaia di banconote di tutte le epoche e di tutte le aree geografiche. È questo il loro mondo: una casa/negozio/carta da parati/cassaforte in cui essi si ritrovano, forse in maniera non del tutto conscia, claustrofobicamente sommersi e rinchiusi, vittime di una forma mentis ancorata al passato da cui si libereranno man mano mentre la scenografia compie il percorso inverso alla sua creazione e lo spettatore assiste al graduale svuotamento dello spazio che rivela la sua essenza nel vuoto.
PROGETTO REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON
Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia Associazione Formazione Professionale Patronato San Vincenzo di Bergamo Istituto di Istruzione superiore “Caterina Caniana” di Bergamo Liceo artistico statale “Giacomo e Pio Manzù” di Bergamo
ENG
For us, whether as actors or directors, doing theatre means starting from a blank sheet of paper and then, day after day, building up layers of collage. For years now Luigi Di Gangi, one of our two directors, makes pictures by pasting together thousands of little bits of paper which , just like a caleidoscope, multiply worlds of meaning. The flat piece of paper gradually becomes a three dimensional terrain to be explored ad infinitum. As you listen to “Olivo and Pasquale” you have the same feeling. Donizetti starts out from a previous version of the opera set in Rome and arrives at one set in Naples. He does this by adding, changing, scissor and pasting whole pieces of the work, reworking the text so that the spectator rides on a collage of sound which reflects – both in form and in content – Luigi’s own work as a a visual artist and indeed, our way of interpreting theatre. The use of collage immediately lays out the path we mean to follow in every area, scenery and costumes, direction and music. The whole opera is created layer by layer. This is necessarily so as the project works with numerous different realities such as the scenography class of the Fine Arts Institute, Brescia with whom we create, step by step, scenerey and costumes which will in part be constructed by the young people of the San Vincenzo Society and the “Caterina Caniana” Institute in Bergamo. We thus become part of a larger creative teaching process during which young people bring their own energy, ideas and solutions to our work. For months on end we selected, printed, scissor and pasted, enlarged, reduced and layered pictures, going from the model of a micro-cosmos to the macro-world of real scenery. Witnessing such work in progress is like being at a gathering of different craftspeople in the same work-shop as the wisdom of the teacher meets the unfailing humilty of the pupil, problems are valuable for the solutions they suggest and all mistakes lead to the right answer. The grocery store belonging to the two brothers O and P represents a baroque theatre in which we can see hundreds of banknotes of every era and every area of the globe. This is their world: a house/store/wallpaper/safe in which they (perhas not fully consciously) stand and are claustrophobicaly submerged. They are victims of a mind- set firmly anchored in the past from which they will eventually be set free as the scenery is gradually dismantled in an inverse creation process and the spectator witnesses a space which as it empties reveals its true nature.