Di W.A. Mozart – libretto di Lorenzo Da Ponte
Una produzione OpÉra ThÉÂtrÉ de Saint Étienne e Opera de Massy, Paris
Prima rappresentazione 20/02/2008 OpÉra ThÉÂtrÉ de Saint Étienne
REGIA Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi
SCENE, LUCI E COSTUMI Fabrizio Lupo
CREAZIONE VIDEO Meg Marlisa Indemburgo
OPÉRA THÉÂTRÉ DE SAINT ÉTIENNE
Direction Musicale Giuseppe Grazioli
DISTRIBUTION
Fiordiligi Elena Monti
Dorabella Patricia Fernandez
Ferrando Sèbastien Droy
Guglielmo Virgilie Frannais
Despina Pauline Courtine
Don Alfonso Luciano Di Pasquale
Le Phenix Luigi Di Gangi
OPERA DE MASSY, PARIS
Direction Musicale Dominique Rouits
DISTRIBUTION
Fiordiligi Karen Vourc’h
Dorabella Patricia Fernandez
Ferrando Antonio Figueroa
Guglielmo Thomas Dolie
Despina Lydia Mayo
Don Alfonso Luciano Di Pasquale
Le Phenix Luigi Di Gangi
“È la fede degli amanti come l’Araba Fenice, che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa” Metastasio
Nel nostro Così fan tutte la Fenice è presente e viva sin dall’inizio, sebbene nessuno riuscirà a vederla quale essa è se non alla fine del percorso iniziatico. L’Attore-Fenice ci guarda come al microscopio ed entra in questo organismo chiamato Amore. Una Fenice-Cupido che come un virus infetta questa creatura per farla rinascere, per sovvertirne le regole, per farla ammalare gravemente fino a portarla alla guarigione. La sofferenza dei nostri starà nell’accorgersi che vivere in un mondo fittizio, sebbene ripari dal dolore, li rilega assai lontano dalla propria essenza.
La filosofia di Alfonso, uomo che vive anch’egli dentro la scatola, viene quindi sovvertita da ciò che è tutti gli elementi insieme: la figura di un attore muto che scardina l’opera come l’amore scardina le relazioni, le esalta, le rende vere, ci è sembrata necessaria per dimostrare l’irrazionalità di questo sentimento.
Come gli alchimisti cercavano di riproporre in provetta la chimica del comportamento della natura, da registi-alchemici in questo Così fan tutte indaghiamo il legame riposto tra microcosmo e macrocosmo, tra i più piccoli sussulti del quotidiano e i movimenti che regolano l’ordine universale, tra la chimica dei sentimenti e la metafisica. Ancora una volta, nell’incontro alchemico tra l’arte del canto e quella della recitazione, nel nostro microscopio il liquido in provetta è il teatro stesso.
ENG
In our Così fan tutte, the Phoenix is present, alive and well right from the start even if no-body gets to see her as she really is until the end of the journey of initiation is reached. The actor-Phoenix looks at us as if through a microscope and enters into this organism called love. A cupid- Phoenix, like a virus, infects this creature so that it is re-born, upsets the rules, gets seriously ill and then is healed. Our suffering comes from realizing that life in a pretend world may seem to protect us from pain but actually separates us from our true being. The philosphy of Alfonso, a man who also lives boxed in, gets seriously upset by all these things put together. The figure of a speechless actor which unhinges the opera just as love unhinges relations – exalting them and making them real – is a necessary ploy in order to show the irrational nature of this sentiment. Just as alchemists sought to reproduce the working of nature in a test tube, we, as director-alchemists of Così fan tutte, explore the relation between micro and macrocosm, between tiny everday movements and the movement which governs the order of the universe, between the chemistry of feelings and metphysics. Once more in the alchemical union of music and drama, the liquid in the test tube is the theatre.